VALLE DEL MIS: STRADA CHIUSA E LAVORI NEL PARCO
Siamo ritornati in Valle del Mis. Muniti di telecamera abbiamo cercato di documentare “lo stato dell’arte” dei lavori del cantiere riguardante la realizzazione della centrale idroelettrica. La prima cosa che balza agli occhi è la dimensione complessiva che ha raggiunto il cantiere.
Oltre ha quello sito in località “ponte Titele” dove il primo maggio un centinaio di attivisti erano entrati per piantare simbolicamente delle piante, altri due zone sono state, in questi giorni, interessate dai lavori. La prima si trova a monte dell’opera di presa ed è stata e sarà utilizzata per lo stoccaggio di materiale di risulta.
La terza si trova all’interno del Parco delle Dolomiti Bellunesi, in zona B1 e Patrimonio mondiale dell’Umanità.
In questa zona sono già iniziate le prime opere di escavazione che hanno interessato il versante della montagna a ridosso della strada provinciale della Valle del Mis dove parecchio materiale è già stato sbancalato, mentre sul versante sinistro della provinciale, tra la carreggiata e l’alveo del fiume le ruspe hanno spianato il terreno per circa due/trecento metri. A causa di questi lavori, è già iniziato il periodo di chiusura della strada, attualmente aperta solo in determinate ore della giornata. Per raggiungere il sito infatti, siamo stati costretti a salire in Valle utilizzando la strada provinciale agordina, allungando il percorso di oltre una ventina di kilometri.
Oltre il disagio per i residenti, sono soprattutto le attività turistiche dell’Alta Valle del Mis a subire i maggiori danni. A parte qualche “temerario” che ha deciso di “infischiarsene” del divieto, la strada è rimasta praticamente deserta per tutto il pomeriggio, nonostante la splendida giornata e i lavori fossero fermi. Ma questo è solo l’inizio. Se i lavori dovessero proseguire, si prospettano tempi duri per le imprese turistiche che coraggiosamente hanno deciso di investire su quel territorio. E allora una domanda ci sorge spontanea: a cosa serve l’Ente Parco? Non dovrebbe essere un ente che tutela il paesaggio e allo stesso tempo essere fautore di una politica di promozione turistica di un territorio?!
Soprattutto di un territorio che ha nel turismo, nella valorizzazione del suo paesaggio unico al mondo, la sua unica possibilità di riscatto. Non c’è futuro senza un turismo intelligente e diffuso. Affermiamo questo, in un momento dove l’ennesima azienda, l’Invensys, ha deciso di de-localizzare la produzione lasciando a casa altre 166 persone, che vanno ad ingrossare le fila di un esercito di disoccupati e precari sempre più numeroso anche nella nostra provincia.
Un ragionamento, questo, sempre più condiviso come testimoniano le dichiarazione apparse oggi sui giornali locali, dei pescatori agordini che stanno lottando contro l’ennesima centrale idroelettrica sul torrente Sarzana, i quali hanno ben sottolineano l’importanza naturalistica e turistica del torrente per la loro vallata. Ma che l’aria stia cambiando lo si apprende anche dall’ennesimo “No” della Soprintendenza per un’altra centrale idroelettrica sul torrente Senaiga nel comune di Lamon. A rimanere ostinatamente sorda sembra essere ancora la politica con la “P” maiuscola. E’ sconcertante, per esempio, apprendere che la maggioranza del Comune di Santa Giustina abbia deciso di indire un referendum solo consultivo per la centrale Camolino-Busche, mantenendo lo scoglio del quorum del 50% con le urne che saranno aperte per un’unica sola giornata. A questo punto perché non andare a votare martedì 14 agosto?!
Contemporaneamente, un’altra partita si sta giocando, proprio in questi giorni, in Regione dove sono iniziati i lavori per stilare una regolamentazione per le nuove richieste di nuove centrali idroelettriche. Ottenere una moratoria per il bellunese già sfruttato per il 90% delle sue acque ci sembra difficile crederlo possibile con questa classe politica, ma pensiamo sia doveroso almeno inserire nel regolamento il divieto di realizzare qualsiasi opera di derivazione in zone Sic/Zps, ovvero in zone di interesse comunitario e di alto valore naturalistico.
Aree che dovrebbero essere protette, come il nostro Parco Nazionale, di cui noi siamo, malgrado tutto, malgrado il suo direttore, ancora ferrei sostenitori. Un Parco che vorremmo fosse ampliato nei sui confini, reso più forte economicamente così da essere ancora più centrale nello sviluppo turistico della nostra provincia. Ma qualcosa deve cambiare al suo interno. A partire proprio dalla questione della Valle del Mis, dove non abbiamo ancora assistito ad una presa di posizione politica da parte del suo nuovo Presidente Fiori, se non una mezza battuta rubata nel servizio della trasmissione di Rai Tre Report dove definiva “Vergognoso” il fatto che il Parco avesse concesso il nullaosta per la realizzazione della centrale.
MIS/teri del Parco…
Pingback: ABC Acqua Bene Comune Belluno « I camosci bianchi