RICHIEDENTI ASILO: L’ESPERIENZA DI TRIESTE
Continua l’inchiesta di Bellunopiù.it sulla gestione dei richiedenti asilo.
Questa volta, però, cambia la location.
Siamo andati infatti a Trieste, a verificare come viene gestita la situazione in una realtà molto differente da quella di Belluno.
Il sistema di accoglienza triestino fa i conti da sempre con numeri decisamente più consistenti di quelli bellunesi. La frontiera ad est è la porta d’ingresso principale per le migrazioni da terra in Italia e vede transitare da anni migliaia di persone da Asia, medio oriente, Balcani.
Gli arrivi degli ultimi mesi, quindi, non hanno trovato impreparata la città, che può godere di una rete di accoglienza radicata nel territorio.
Tra gli attori coinvolti nel sistema triestino, abbiamo avuto la fortuna di confrontarci con l’ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà, una delle ONLUS convenzionata con il Comune di Treste nell’ambito della rete S.P.R.A.R.
L’ICS nasce a metà anni ’90, durante la guerra nella ex Repubblica socialista Federale di Jugoslavia, con lo scopo di coordinare una rete non governativa di accoglienza per i profughi provenienti sia dalla Bosnia Erzegovina sia dalle altre aree coinvolte nel conflitto.
La stabilizzazione invece risale all’estate del 1998, di fronte all’arrivo crescente a Trieste di profughi dal Kosovo, quando l’amministrazione comunale decide di aprire una struttura di accoglienza provvisoria e ne affida la gestione a ICS, Ufficio Rifugiati . Da quell’esperienza inizialmente improvvisata si struttura, l’anno successivo, un progetto permanente per dotare la città di strutture di accoglienze rivolte ai richiedenti asilo.
Nell’ambito della rete S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), ICS gestisce oggi l’accoglienza dei richiedenti asilo ed i rifugiati per l’ambito abitativo, dell’orientamento e assistenza legale, del sostegno all’orientamento socio-culturale e all’integrazione lavorativa, della mediazione linguistico-culturale, con programmi specifici di accoglienza, accompagnamento e supporto rivolto ai richiedenti asilo vittime di tortura, o affette da disagio psicosociale e alle donne rifugiate.
Riccardo, la nostra guida all’interno dell’ICS, ci ha mostrato come è organizzata la gestione quotidiana dei ragazzi inseriti nel normale sistema di accoglienza e di quelli della cosiddetta emergenza Mare Nostrum.
Il confronto con l’esperienza bellunese, ovviamente, fa riflettere.
Fa riflettere vedere come vengono accolte le persone dal punto di vista pratico: le strutture sono ben organizzate, gli spazi adeguati, l’assistenza legale, sanitaria e psicologica è garantita. Il personale coinvolto è composto da esperti, formati e preparati all’interazione con i migranti.
Fa riflettere anche vedere qual è la considerazione umana che accompagna la garanzia di standard di vita qualitativamente adeguati: i migranti come persone a cui garantire in primis la dignità, non numeri per aumentare gli introiti di cooperative e associazioni, come invece abbiamo visto altrove.
Se a Belluno si prova a giustificare l’inadeguatezza del sistema di accoglienza con l’impreparazione davanti a un’emergenza inaspettata, Trieste è un buon esempio a cui guardare per capire come possono funzionare meglio le cose.
La scusa della più consolidata esperienza triestina regge fino a un certo punto: Riccardo, che ci ha illustrato nell’intervista come funziona l’ICS, è un operatore nato e cresciuto a Belluno, che lavora all’ICS dopo avervi svolto il Servizio Civile.
Riccardo è uno dei tanti operatori specificatamente formati, una delle tante risorse che il territorio bellunese avrebbe e che non sfrutta, permettendo invece ad operatori improvvisati di gestire (male) situazioni per le quali servirebbero dei professionisti.
Bisogna cambiare ottica, pretendere che gli standard si elevino. Al di là della facile propaganda che alcuni media impongono, è ora di capire che un sistema di accoglienza di qualità è utile per tutto il territorio che accoglie, sia per i migranti sia per i bellunesi.
VIDEO INTERVISTA A RICCARDO TRULLA OPERATORE DELL’ICS
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