SULL’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI
Pubblichiamo il comunicato stampa del gruppo Cittadinanza e Partecipazione di Feltre dopo le vergognose parole apparse sulla stampa locale pronunciate dai cosiddetti “forconi”, dalle quali emerge, se mai ce ne fosse stato il dubbio, il loro vero volto fascista, portatore di valori razzisti e xenofobi nascosti dietro a populistiche semplificazioni in salsa verde padano del tipo “prima i feltrini”. Dichiarazioni che non fanno altro che alimentare una guerra tra poveri contribuendo a distogliere lo sguardo dalle vere ragioni di questa crisi, che invece, stanno in alto… Pregni di un becero individualismo, che proprio in questa crisi rivela il suo totale fallimento, questi “forconi” cercano di far leva sui peggiori sentimenti di una società sempre più disgregata, rivelandosi per quello che sono: “utili idioti” di chi sta al potere, quello stesso potere che ha prodotto questa crisi globale e che ora scarica verso il basso il suo costo sociale, sulla pelle nostra e dei nostri fratelli migranti.
Esterrefatti e rammaricati per le argomentazioni sollevate dal movimento dei Forconi nell’incontro con il sindaco Perenzin, vorremmo chiarire che significato e valore ha l’accoglienza dei migranti arrivati a Feltre in questi giorni.
Come è possibile non considerare che in un mondo globalizzato la delocalizzazione delle produzioni (attuata anche dai ‘nostri’ imprenditori), regolata da pure leggi di mercato e non controllata dalla politica, porta e porterà alla riduzione dei posti di lavoro per ‘noi’ italiani, con le pesanti conseguenze economiche e sociali che tutti stiamo pagando? Non capire che si delocalizza per andare a sfruttare manodopera a basso costo e condizioni di lavoro (per ‘noi’) inaccettabili? Non prendere atto che le persone sfruttate in quei paesi verranno necessariamente a cercare condizioni di vita migliori nel mondo occidentale, scappando da fame, miseria e spesso dalla guerra? (Guerra, magari, causata dagli interessi internazionali del ‘nostro’ occidente?) Come è possibile non rendersi conto che queste persone, prima che migranti, sono nostri fratelli? Non provare vergogna nell’alimentare una guerra fra poveri, facendo passare il messaggio che viene tolto a qualcuno (gli ‘italiani’) per dare a qualcun altro, che non se lo meriterebbe? Non riuscire a pensare che una società civile rivendica più diritti (oltre che politiche) per tutti, per contrastare la precarietà e la scarsezza del lavoro in Italia, e contemporaneamente per impedire la persistente tratta degli schiavi, obbiettivo questo di cui ognuno di noi, persone civili del mondo ‘civile’, dovrebbe essere orgoglioso?
Parlando con un giovane arrivato l’anno scorso in Italia con il barcone, alla domanda ‘Com è il viaggio?’ ci ha risposto che ‘La cosa peggiore è non sapere se qualcuno piangerà per te’.
Allo stesso modo dovremmo piangere anche per chi non vuole aprire gli occhi su queste vicende.
Cittadinanza e Partecipazione – Feltre