MESCOLANZE
Di Piergiorgio Svaluto Moreolo.
Quello che ci è capitato di vivere è un mondo fatto di sconfinamenti, dove le categorie estetiche, etiche, geopolitiche che hanno governato rigidamente l’immaginario della nostra tradizione sono completamente decostruite e destituite di significato e, dove esse resistono, lo sono a ruolo di chimere. Tuttavia esse non sono scomparse, vivono nel loro essere tradizione anche inconscia o nell’apparire quali simulacri, spettri con cui fare i conti. Proprio nel loro essere tali, non hanno un’immagine chiarificata, ma ondivaga, fluttuante come le ombre che si confondono alla luce del crepuscolo. Dunque si mescolano. Uno sguardo cosciente, o meglio un ascolto- visto che stiamo per parlare di un contributo musicale, deve essere mescolante. In questa direzione l’ascolto di Wet Pain, ultimo ep dei Videodreams, band composta dai fratelli Filippo (chitarra, tastiera e voce) e Marco (batteria e voce) Marra e da Lucia Violetta Gasti (violino, tastiera e voce), porta all’attenzione una categoria etica: quella di contegno. La cura nella composizione, l’attenzione nell’arrangiamento delle strutture vocali dei tre brani che compongono Wet Pain non possono non suggerire un’idea di compostezza, di equilibrio. Un contegno distante dalla tracotanza, dalla necessità dell’esagerazione delle metropoli quanto esistenzialmente queste sono lontane dal vivere in montagna. Questo lavoro dei Videodreams ci accoglie come un silenzio innamorato; così le montagne della Carnia (la band proviene da Tolmezzo) si uniscono a quelle del nord ovest degli Stati Uniti al confine con il Canada nel riferimento alle sonorità dei Fleet Foxes. Ma anche qui ciò che conta è l’equilibrio nel riferirsi ad altri- e la matrice folk si veste (si mescola?) di contemporaneo, come nel violino di Quicksandness e nel fondo elettrico che asseconda tutte le tracce, con particolare presenza in Give your heart time slow down, rimedio appropriato per affrontare la rigidità dell’inverno, non solo quello atmosferico. Rimedio che sembra essere stato contemplato anche dall’etichetta di respiro nazionale, la Ghost Records (già al lavoro con Dente, Ronin, Bartok, Movie Star Junkies, i primi dischi dei One dimensional man) che ha deciso di scritturare la band carnica.
Sito dei Videodreams – Wet Pain