CLOROFILLA: UNA SETTIMANA, MA SEMBRA DA SEMPRE
C’è un gruppo di bambini che guarda con occhi sgranati un ragazzo con i pantaloncini corti e gli occhi azzurri, sufficientemente sgranati. I piccoli hanno le loro ragioni per essere così emozionati, giacché Andrea (D’Ascanio) è il papà di Terry, la megattera apparsa l’anno scorso sui muri dell’ex caserma Piave, che i bambini della scuola dell’infanzia San Gaetano di Castion hanno visto quando ci sono venuti in gita, all’ex Caserma, con la loro maestra. Quella megattera con pinne come ali è piaciuta loro così tanto che ne hanno scritto la storia, immaginando come e perché fosse arrivata fino a Belluno. Il disegno è diventato una storia, con molti disegni, e la storia è diventata un libro.
Ed è così, che comincia Clorofilla.
È un sabato di sole vero, che sembra un miracolo in un giugno tanto piovoso. E quando ai bambini viene detto che possono dipingere sui grandi fogli appoggiati sotto una tettoia, custoditi da un enorme lucertola e da molte bandierine, loro cominciano a riempirli con il colore, dividendosi lo spazio e le tinte. Ma quando si annuncia che c’è anche un muro, uno vero (anche se ad altezza bambino) da colorare, si accende l’entusiasmo. Il muro si riempie presto, così le braccia del pioniere che tenta un’immersione nella latta. I colori sono Dolci, cioè buoni oltre che belli, perciò l’unico problema è per gli adulti, che non ce li avevano i vestiti di ricambio. Seguono ore febbrili di pittura su ogni superficie, e grida e saltelli di piccoli e non. Poi cominciano i concerti, diversi i generi e le persone che si avvicendano sotto la tettoia, ma è già notte quando Michele Bombatomica e la sua Dirty Orchestra decidono di abbandonare la loro postazione, e trombe, fisarmoniche e chitarre si aggirano come schegge impazzite dentro la Casa dei Beni comuni.
Anche questo è CLOROFILLA. E nel frattempo, domenica mattina, Hitnes ha terminato il suo disegno. Nello stesso stabile dell’anno scorso, all’interno dell’Ex Caserma Piave, la piccola oca abbracciata dal gufo è diventata un’oca terribile che se lo vuole mangiare. Significati misteriosi, certo è che qui le storie si intrecciano, passa un anno (e non è uno scherzo) ma continuano.
Perché le storie, in forma di immagini o parole, sono l’essenza di questa rassegna e del luogo che la ospita. Raccontare è esistere e spesso anche resistere, se si è costretti al silenzio (in stati violenti e repressivi) o se si è indotti a un compiaciuto silenzio individuale, che allontana e rende incapaci di comprendere. Ce lo racconta Carol, che ha una libreria e un laboratorio serigrafico a Bogotà, e attraverso un collettivo di artisti, i Beehive Collective, gira le piazze dell’America latina per raccontare, attraverso enormi arazzi dettagliatissimi, che rappresentano le specie animali proprie di un territorio, quali siano le lotte che quel territorio interessano, quali gli abusi e, sempre, quali le forme di chi comunque resiste.
Gli animali sono uno strumento per raccontare l’uomo, e le conseguenze del capitalismo che qui ha mostrato il suo volto più feroce, ma che non suonano così lontani da ciò che vive, chi sceglie che il profitto non sia l’unica maniera di vivere.
È nel frattempo apparsa anche una ballerina che volteggia su un nastro rosso, la giornata è fredda e grigia, ma l’atmosfera scalda i cuori.
Seguono giornate in cui grazie all’arrivo della delegazione Sarda, gli artisti Andrea d’Ascanio e Kiki Skipi, quest’anno co- direttori artistici, Casciu, e il nuovo arrivo, cioè Ciredz, il muro di Via Alzaia si è via via riempito d’immagini, geometriche e zoomorfe. Un luogo dimenticato che diventa, in pochi giorni, una galleria a cielo aperto. Di tutti e per tutti.
Anche in via Lungardo appaiono nuovi segni e disegni, grazie a Geometrical Bang e ai suoi numerosi aiutanti, bambini e baristi compresi. La gioia è molta, e condivisa dai passanti, nel vedere quanto possa diventare bello un luogo che fino a poco prima non esisteva, perché lo sguardo non lo percepiva.
Omnia sunt communia, è quanto sta scritto all’ingresso della Casa dei Beni Comuni, cioè tutto è di tutti. È un invito che ci facciamo e che rivolgiamo a tutti, al costruire comunità.
Una comunità attenta e disposta a condividere e a lottare, a vivere la leggerezza di un disegno che appare, e la serietà che serve, nel ricordarsi che la bellezza va sempre difesa.
Vi invitiamo tutti per questi ultimi giorni di CLOROFILLA, per assistere a concerti, vedere documentari, osservare gli artisti al lavoro. Ma soprattutto, per condividere un’atmosfera.
Domenica il tutto si concluderà con un PRANZO SOCIALE DI AUTOFINANZIAMENTO degli ultimi lavori in Casa dei beni comuni. Veniteci!
*************************************
Leggi qui il programma del week end.
Per info e prenotazioni pranzo:
comunardibelluno@gmail.com
SMS – 348 7713841
Guarda le foto nella GALLERY sul sito: