SPOP: LOTTA ALLO SPOPOLAMENTO DELLA MONTAGNA BELLUNESE
SABATO 17 MARZO ORE 17:30
CASA DEI BENI COMUNI DI BELLUNO – SPAZIO EX
VIA TIZIANO VECELLIO – BELLUNO
INCONTRO PUBBLICO
Lotta allo spopolamento della montagna bellunese
Welfare montano, nuove economie, gestione equilibrata delle risorse naturali, turismo sostenibile, distretto del biologico, difesa dei servizi periferici sono tutte questioni che pensiamo debbano convergere dentro una comune battaglia allo spopolamento che guardi al futuro, in difesa dei beni comuni e della giustizia sociale. Per questi motivi vogliamo aprire un dibattito e un percorso di convergenza e interazione delle varie battaglie territoriali e delle molte persone che in questo momento sentono l’esigenza di costruire una Provincia altra attraverso pratiche politiche all’altezza dei tempi…e di questa sfida.
E’ su queste premesse che abbiamo pensato di organizzare questo incontro pubblico, un piccolo contributo dal basso, un primo passo di una lunga camminata.
Interverrano:
Diego Cason – Sociologo e Co-fondatore del BARD
Renato Bressan – Segretario Provinciale SPI – CGIL
Emiliano Oddone – Geologo e Co-fondatore Dolomiti Project srl
Claudio Agnoli – Presidente Onorario Cooperativa Cadore scs
Coordina:
Chiara Sacchet – Redazione Bellunopiù
Organizza:
NRS – Nessuno Resti Solo (sportello di autodifesa popolare)
Fenomeni come la nascita del movimento autonomista del Bard, i referendum per il passaggio dei Comuni di confine in Trentino Alto Adige, il “caso Sappada”, ma anche la mobilitazione contro la speculazione dell’iper-sfruttamento idroelettrico e le battaglie contro la progressiva colonizzazione dei terreni agricoli da parte di modelli agricoli intensivi e chimici provenienti da altre zone del nord-est, sono solo alcuni dei sintomi evidenti dell’incapacità della classe dirigente e politica bellunese di cogliere le trasformazioni socio-economiche che hanno investito anche la nostra provincia dagli anni ’90 in poi. Sintomi questi sicuramente non imputabili solo alla mera disparità finanziaria con i nostri cugini a statuto speciale.
Il risultato: oggi ci troviamo in estremo ritardo e in grossa difficoltà ad affrontare le principali sfide di questo territorio, ovvero il suo spopolamento e la gestione squilibrata delle proprie risorse.
La crudezza dei dati demografici della provincia bellunese ci consegna una realtà assai difficile che necessità di battaglie comuni in grado di determinare scelte politiche rapide, strutturali e caratterizzate da una visione strategica sul lungo periodo, consapevoli che gli effetti, di ciò che potrebbe essere messo in campo in questo momento, saranno visibili fra diversi anni.
Siamo consapevoli di aver a che fare con una classe politica che quasi nella sua totalità è abituata a ragionare a corto raggio, sui tempi brevi delle scadenze elettorali, dove l’obiettivo principale è la capitalizzazione del consenso nell’immediato anche se ciò potrebbe voler dire fare delle scelte, mettere in campo delle “tentate soluzioni” che, nel lungo periodo, anziché risolvere i problemi li amplificano.
Per esempio, la questione dei migranti. Per un momento, analizziamo questa questione partendo da un punto di vista che non sia quello dei diritti e dell’accoglienza, ma affidiamoci al freddo cinismo dei dati. Ancora una volta la statistica non lascia dubbi: in aree dove la popolazione attiva cala drasticamente, dove il numero degli anziani é doppio rispetto ai giovani ogni politica, ad ogni livello istituzionale, che blocca o disincentiva l’arrivo di persone sul territorio è chiaramente nemica della montagna. Semmai dovremmo discutere come attivare politiche, risorse e progettualità strutturali che governino questi flussi per renderli utili sia per i migranti che per le aree soggette allo spopolamento e all’invecchiamento della popolazione.
Altra questione significativa riguarda i servizi alla persona dove in una provincia “ricca” come la nostra è sempre più difficile l’accesso da parte dei cittadini al welfare minimo per una vita dignitosa e dove nonostante l’apparente “calma sociale” le emergenze legate al reddito e all’abitare sono in costante aumento, una situazione certificata dal numero crescente di persone che sono costrette a chiedere supporto ai numerosi servizi di solidarietà attiva presenti nel territorio. Uno di questi, lo Sportello di Autodifesa Popolare – Nessuno Resti Solo, ci ha permesso di confrontarci con decine di cittadini, bellunesi e non, con i quali stiamo sperimentando pratiche di mutualismo per provare a rispondere, nel nostro piccolo, ad una situazione strutturale verso la quale non si può più voltare la testa e verso la quale vanno costruite campagne di comunità per un welfare universale e calato sulla specificità delle terre bellunesi.
Welfare montano, nuove economie, gestione equilibrata delle risorse naturali, turismo sostenibile, distretto biologico, difesa dei servizi periferici sono tutte questioni che pensiamo debbano convergere dentro una comune battaglia allo spopolamento che guardi al futuro, in difesa dei beni comuni e della giustizia sociale. Per questi motivi vogliamo aprire un dibattito e un percorso di convergenza e interazione delle varie battaglie territoriali e delle molte persone che in questo momento sentono l’esigenza di costruire una Provincia altra attraverso pratiche politiche all’altezza dei tempi…e di queste sfide.
E’ su tali premesse che abbiamo pensato di organizzare questo incontro pubblico, un piccolo contributo dal basso, un primo passo di una lunga camminata.
NRS – Nessuno Resti Solo