MA IL FAR WEST DELL’IDROELETTRICO NON DOVEVA FINIRE?
Era il 15 settembre. Titoli roboanti sui giornali con il parlamentare bellunese Federico D’incà che tuonava: “Il Far West sta per finire”!
Tutto a posto quindi? Possiamo dire finalmente che l’iper-sfruttamento idroelettrico sul territorio bellunese sarà finalmente fermato grazie all’eliminazione degli incentivi verdi statali?
Purtroppo la realtà è ben diversa dalle promesse dei politici soprattutto quando diventano parte della Casta, di quella Casta che dice di voler cambiare tutto perché poi tutto possa rimanere così com’è.
Questo potrebbe anche essere il destino del famigerato Decreto sugli incentivi alle rinnovabili che nella bozza iniziale prevedeva un ridimensionamento significativo dei contributi statali al settore del mini-idroelettrico con un conseguente blocco dell’iper-sfruttamento dei corsi d’acqua bellunesi.
Oggi, infatti, avrà luogo la conferenza Stato-Regioni e sarà un appuntamento decisivo.
Da alcune settimane la Lega ha preso le parti degli imprenditori contro le comunità locali che si battono per i loro fiumi e sta esercitando pressioni per reintrodurre l’incentivo; apprendiamo ora che anche le Regioni Trentino, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte chiedono la reintroduzione degli incentivi e che i Ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente sembrano rimpallarsi la responsabilità della decisione.
Queste Regioni, pur perfettamente consapevoli delle loro gravissime lacune nella tutela dei fiumi, prendono la parte degli imprenditori. Incredibile e ipocrita la posizione della Regione Veneto. Dov’era, infatti, Bottacin – che si è sempre pronunciato contro l’incentivo – mentre l’assessore veneto Marcato votava per la sua reintroduzione?
Non va dimenticato, inoltre, che se passa questa proposta andremo incontro alla procedura di infrazione europea.
Stante la grave responsabilità della Lega e delle Regioni, deve essere chiaro a tutti che se il Decreto verrà modificato in peggio la responsabilità cadrà anche sul M5S a cui fanno capo i ministeri Ambiente (Costa), Sviluppo (Di Maio) e il Sottosegretario Crippa: il destino dei fiumi non deve essere merce di baratto politico. Il parere delle Regioni non è infatti vincolante e non può costituire l’alibi per cambiare in extremis le carte in tavola. Federico D’Incà e i 5 stelle hanno preso impegni pubblici per uscire da questa follia e saremo in molti a seguirli con attenzione nei prossimi giorni e a pretendere coerenza rispetto a quanto hanno dichiarato.
Comitato Bellunese Acqua Bene Comune