LETTERA: I DIRITTI O SONO UNIVERSALI O SONO PRIVILEGI
Pubblichiamo una lettera che ci è stata inviata dal Presidente dell’Anpi sezione di Belluno Gino Sperandio in merito all’attuale dibattito nato attorno alla questione dell’accoglienza dei migranti e alla campagna #noiNONstiamoconIsabella che abbiamo lanciato nei social network dopo le vergognose parole pronunciate da Isabella Cossalter alla trasmissione AnnoUno a LA7. Per chi volesse inviarci altre lettere può spedire i contributi a redazione@bellunopiu.it
Non è da questi giorni che è palese che il fenomeno migratorio è questione epocale che investe valori di fondo che segnano il grado di civiltà di un Paese, di una civiltà.
La dimensione è tale da dover uscire dalla cronaca e meritare un’analisi organica e non di pancia dettata dalla conquista di facili consensi occhieggiando a pulsioni razziste e xenofobe.
Mi pare allora sconfortante il livello a cui è giunta la sig.na Cossalter nelle sue elucubrazioni ove ragiona di temi decisivi per la natura che prenderà il vivere civile nel nostro paese con lo stessa profondità di studio con cui si discute dell’Inter o del Milan al bar Sport.
Per questo io credo che al di là della narrazione, che spesso ha cancellato la condizione di vita degli immigrai che già sono nel nostro Paese, ora si debba ragionare sui principi di diritto che sono alla base dei flussi di “clandestini” che disperati giungono in Italia in condizioni disumane.
Per questo pongo tre semplici domande:
1) E’ rinunciabile il diritto di asilo e come vada declinato in relazione alle dimensioni bibliche della fuga dai paesi in guerra o distrutti dalle politiche neo coloniali?
2) E’ sostenibile una politica di accoglienza?
3) Delle diverse politiche, respingimento, negazione della parità dei diritti tra cittadini italiani e stranieri quali conseguenze hanno in reazione agli stessi diritti dei cittadini italiani?
Il diritto di asilo di un cittadino straniero, a fronte del rischio alla sua vita e incolumità nel paese da cui proviene, è un principio acquisito della civiltà democratica occidentale, anche se in realtà per come si è sviluppato nella nostra storia come diritto individuale e non come diritto collettivo.
Infatti, solo in questi ultimi anni è stato posta la questione del diritto di asilo anche nei confronti degli ultimi della terra.
Il diritto era stato pensato sostanzialmente come un diritto individuale, riferito principalmente all’intellettuale dissidente che fuggiva dalla tirannia verso la libertà.
Anche nel caso del genocidio armeno o nell’olocausto (che pure causarono milioni di morti) solo sparute minoranze dei ceti medio alti utilizzarono l’asilo in terra straniera per fuggire al massacro, i poveri e gli ultimi in quel caso rimasero ad attendere il loro destino in patria, dove infatti furono facilmente massacrati.
Oggi invece, i richiedenti asilo sono masse intere di popoli che subiscono sia la guerra classica (Libia, Nigeria, Somalia, Sudan ad esempio) ma anche quelli che dopo lo sfruttamento violento dei loro paesi sfuggono ad un’altra guerra, quella economica, che ha portato i loro paesi allo stremo.
Sono proprio le dimensioni dunque a cambiare la natura del diritto.
Ma se così è, possiamo mettere in discussione il principio per cui ogni essere umano ha diritto di veder tutelata la propria integrità fisica e morale?
In realtà, sino ad oggi non l’abbiamo mai detto ma è evidente che l’universalità dei diritti l’abbiamo pensata a nostra misura e sostanzialmente ristretta al panorama europeo e del mondo anglofono nord americano.
Gli “altri” venivano visti (ma mai dichiarati) come dei buoni selvaggi che solo con la civilizzazione avrebbero avuto il diritto all’interezza dei “nostri” diritti.
Questi hanno invece avuto l’ardire di fuggire in massa da paesi devastati dalla guerra e dalla carestia e riproporci i temi dell’universalità dei diritti, non solo nel nostro bel giardino ma anche e diversamente nel mondo intero.
Negare questo, ora significa assecondare quelle politiche liberiste che ci stanno spiegando come l’universalità del diritto alla salute, all’istruzione, all’assitenza, costino ormai troppo e non siano più sostenibili.
Non a caso la dotta sig.na Cossalter dice che vengono prima nella salute, nell’assitenza, nell’istruzione gli “Italiani”, ma se si afferma una ideologia di questo tipo è evidente che si scardina invece un principio e cioè quello che TUTTI, ricchi o poveri, cittadini italiani o stranieri hanno la ferma tutela dei diritti dell’uomo.
E’ su questo che si sono fondate le riforme che hanno portato alla sanità pubblica, alle pensioni sociali e così via.
Mettere in discussione l’Universalità vuol dire mettere in discussione il diritto stesso, seguendo il pensiero della dotta commentatrice si passa poi a dire che i servizi devono essere garantiti solo a chi paga le tasse, escludendo allora gli incapienti e gli emarginati per poi arrivare all’idea, peraltro ben presente nell’attuale Governo europeo, che i servizi (istruzione e sanità compresi) vadano garantiti solo a chi può permetterseli.
Ciò mi pare davvero un’aberrazione della storia.
Gino Sperandio – Presidente Anpi Sezione Belluno