CoVid-19: SCIOPERO ALLA F.A.R. DI VILLAPAIERA – LA SALUTE PRIMA DI TUTTO

L’Italia si sta lentamente ed inesorabilmente trasformando in una gigantesca ILVA.
Come ormai da anni succede nell’azienda tarantina, anche nel resto d’Italia lavoratori e lavoratrici del manifatturiero si trovano a dover scegliere tra diritto al lavoro e diritto alla salute.
Infatti, dopo la trattativa tra governo, confindustria ed organizzazioni sindacali della settimana scorsa che ha disposto il blocco di tutte le attività, eccezion fatta per le produzioni essenziali ( stabilite dal cosiddetto codice ATECO ) tante sono state le aziende , migliaia in tutta Italia e 400 solo in provincia di Belluno, che hanno chiesto alle prefetture di riferimento una deroga al blocco succitato.
Evidentemente per gli industriali le logiche del profitto sono prioritarie rispetto alla salvaguardia della salute e della sicurezza!
Oltre al fenomeno delle richieste di deroga, parecchie aziende, pur non rientrando tra le produzioni essenziali, non stanno rispettando il blocco previsto dal decreto governativo, facendo pesanti pressioni sui dipendenti per indurli a rimanere su luoghi di lavoro insalubri e senza le dovute protezioni igienico/sanitarie.
Paradigmatica, a questo proposito, è la vicenda di un’azienda del feltrino, la FAR di Villapaiera ( che produce per il settore automotive ) dove i lavoratori son stati costretti a scioperare per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza.
Nel contempo le organizzazioni sindacali si sono rivolte al prefetto di Belluno, che ha imposto all’azienda la chiusura, non rientrando la produzione tra quelle essenziali.
Ascoltiamo dalla voce di un protagonista diretto, il segretario della FIOM di Belluno-Stefano Bona la ricostruzione della vicenda e, soprattutto la reazione della proprietà al decreto di chiusura della prefettura: