CGIL BELLUNO: “DEMOCRAZIA” A CONGRESSO
di Benedetto (Segreteria Fiom/CGIL Belluno)
Il 10 e 11 Marzo, nell’ambito del 17° Congresso nazionale della CGIL si è svolto il 10° Congresso della Camera del Lavoro di Belluno.
Questo Congresso si colloca all’interno della crisi più grave che il nostro Paese e l’intero Occidente abbiano attraversato dal dopoguerra ad oggi, paragonabile solo a quella del ’29 che ebbe poi risvolti drammatici, con la nascita del Nazifascismo e l’esplosione della 2° guerra mondiale.
Crisi che ha origine nel 2008 negli U.S.A. con la bolla speculativa dei cosiddetti mutui sub-prime e che si allarga rapidamente a tutti i Paesi dell’Occidente con le drammatiche conseguenze da tutti note.
Crisi quindi del Capitalismo nella sua versione “moderna”, l’ideologia neo-liberista, che in nome della logica del profitto distrugge tutto: il lavoro, l’ambiente, la salute, i diritti, le tutele, i corpi e le coscienze degli individui.
Un esempio emblematico ci viene offerto dalla Grecia, che sembra essere un laboratorio sperimentale del “progetto” neo-liberista.
Ma anche in Italia non si scherza!
Disoccupazione dilagante ( soprattutto quella giovanile ) povertà diffusa, precarietà, ristrutturazioni, delocalizzazioni ( pardon, internazionalizzazioni (!) ) smantellamento dello Stato Sociale così come l’abbiamo conosciuto:
Sanità, pensioni, contratti, scuola, servizi pubblici essenziali, ammortizzatori sociali, art.18 e l’elenco potrebbe continuare …
Ci sono alcuni aspetti che la crisi ha fatto emergere o accentuato:
A- Perdita della sovranità della politica a scapito della finanza
B- Perdita di autonomia dei governi e degli Stati a vantaggio della cosiddetta “troika”- UE, BCE, FMI, che hanno sostanzialmente imposto le loro linee-guida ai singoli Paesi.
Linee guida che si sono tradotte essenzialmente in politiche liberiste all’insegna dell’austerità.
Politiche che, anziché essere la cura, hanno dimostrato aggravare ancor più la malattia, in quanto hanno innescato spirali recessive senza fine, determinando l’ampliamento delle diseguaglianze nella distribuzione del reddito ( in Italia il 10% degli individui possiede quasi il 50% delle risorse), disoccupazione, povertà, precarietà, ansia, paura, insicurezza crescente.
Si sono così create delle profonde fratture nel corpo sociale e acuito i divari tra generazioni, fasce sociali, Nord/Sud, uomini e donne, tra lavoratori e lavoratori.
Tutto ciò ha accentuato, e questo è l’aspetto che più riguardo da vicino chi si occupa di attività sindacale, la crisi della Democrazia, della rappresentanza, del Sindacato.
Il Sindacato è in crisi!
Non riusciamo più ad intercettare e dare risposte al sempre più crescente disagio sociale.
Per queste ragioni e, considerato la drammaticità della crisi, abbiamo, come FIOM fatto una scelta diversa rispetto al Congresso del 2009.
Pur avendo opinioni e giudizi diversi rispetto al resto della CGIL, abbiamo dato priorità alla necessità di trovare un terreno comune d’azione.
Abbiamo sottoscritto ( escluso l’area che fa riferimento a Giorgio Cremaschi- ma questa è un’altra storia ) un documento comune con la CGIL, aggiungendovi alcuni emendamenti ( contrattazione, reddito di cittadinanza, pensioni, acqua e pubblicizzazione dei beni essenziali ).
Tutto bene, quindi?
Sì, ma fino al 10 Gennaio.
In tale data CGIL-CISL,UIL e Confindustria firmano l’ormai famigerato “testo unico sulla rappresentanza” che vanifica il tentativo della FIOM di trovare un terreno comune d’azione con la CGIL.
Accordo che noi contestiamo per ragioni di metodo e, soprattutto di merito.
Il metodo: l’accordo viene firmato all’improvviso, in piena fase congressuale, senza che né le singole categorie né tantomeno gli iscritti e le iscritte ne sapessero nulla.
Inoltre per diverse settimane non viene neanche presa in considerazione la richiesta della FIOM di sottoporre l’accordo a referendum a scrutinio segreto ( su questo la CGIL farà un passo indietro, ma ci torno dopo ).
Nel merito sono diversi i punti da noi contestati:
A- L’iscrizione ad un qualsiasi Sindacato, così come le agibilità- diritto di assemblea, rappresentanza, permessi- sarà possibile solo a condizione che il Sindacato in questione accetti integralmente i contenuti del Testo Unico ( in violazione dell’art. 39 della Costituzione ed in contraddizione con la sentenza della Suprema Corte sul caso Fiat )
Bisogna preventivamente riconoscere un sistema di regole stabilite da altri se si vuol far parte del Sistema!
B- I lavoratori e le lavoratrici non possono votare gli accordi che li riguardano. I contratti aziendali sono validi semplicemente se approvati a maggioranza dai componenti della RSU.
Si consegna nelle mani di un’oligarchia un potere enorme!
La RSU sarà soggetta ad una pressione enorme da parte delle aziende,( la Storia insegna) che può esplicitarsi sia sotto forma di ricatto/minacce che di
adulazione/compravendita.
Cosa ben diversa sarebbe se tutti i lavoratori potessero esprimere un giudizio a scrutinio segreto
C- Possono concorrere alla presentazione delle liste per l’elezione della RSU solo i sindacati firmatari del “ Testo Unico”.
Viene eliminato, a priori, ogni forma di possibile dissenso/contrasto nei confronti delle aziende ( come in Fiat )
D- Gli accordi aziendali sottoscritti con le modalità del punto B non possono essere modificati e sono immediatamente esigibili da parte delle aziende.
L’organizzazione sindacale dissenziente non può promuovere azioni di contrasto ( leggi- Scioperi- ) pena sanzioni pecuniarie per i delegati e l’immediata sospensione di tutte le agibilità sindacali per l’organizzazione di appartenenza.
E- I contratti aziendali possono prevedere deroghe in peius al contratto nazionale, che risultano valide se approvate dalla maggioranza della RSU.
Se a livello aziendale si può derogare al CCNL che senso ha quest’ultimo?
Per la partecipazione alle trattative per il rinnovo del CCNL bisogna rispettare i seguenti requisiti :
1- Avere il 5% della rappresentanza
2- Aver sottoscritto ed accettato preventivamente il sistema di regole previste dal Testo Unico
3- Aver contribuito alla stesura della piattaforma di maggioranza
Per fare un esempio calzante:
La FIOM è il sindacato maggiormente rappresentativo nei metalmeccanici ma non ha la maggioranza del 50%+1.
Noi possiamo essere al 40% o al 45% o anche al 49% ma tutti gli altri sindacati coalizzati raggiungono il 50%+1 della rappresentanza.
Ne consegue che la FIOM viene esclusa dai tavoli negoziali, le vengono tolte le agibilità sindacali e, se prova a scioperare, viene anche sanzionata. ( stesso discorso vale, ovviamente per COBAS , USB ecc. )
Democrazia e pluralismo?
Residui ideologici novecenteschi!
Infine, come chicca, viene costituita una Commissione Arbitrale, formata da 6 componenti, per dirimere le controversie.
Chi sono i componenti della Commissione ( paritetica “of course” ) ?
3 rappresentanti di Confindustria, 1 CGIL, 1 CISL, 1 UIL.
Saranno questi personaggi( a maggioranza) a stabilire se, in caso di controversia, la FIOM ha ragione o torto!!
Questi i contenuti dell’accordo.
CISL e UIL hanno dichiarato che esso è valido a tutti gli effetti senza alcuna consultazione certificata dei lavoratori.
La CGIL, su pressione della FIOM, ha accettato la consultazione ma con modalità singolari:
1- Relatore unico che illustra le ragioni del sì.
Non può essere presente un relatore che illustra le ragioni del no ( non è uno scherzo né un refuso )
2- Non si discute il merito dell’accordo ma si vota solo il dispositivo del comitato direttivo che ha approvato il Testo Unico)
3- Votano tutte le categorie, anche quelle non interessate all’accordo ( il Testo Unico è stato sottoscritto da Confindustria e vale solo per i propri associati.
Che senso ha , per es., far votare i lavoratori del commercio?)
4- Votano solo gli iscritti alla CGIL!
Noi, come FIOM, non accettiamo queste modalità!
Nei prossimi giorni indiremo assemblee in tutte le fabbriche, spiegando i contenuti dell’accordo a lavoratori e lavoratrici e sottoponendolo a referendum a scrutinio segreto.
Il Testo Unico è un sistema chiuso, autoreferenziale, escludente, discriminante.
In una società attraversata da sempre maggiori istanze di democrazia e partecipazione rinchiudersi in questo sistema , come vorrebbero CGIL, CISL e UIL è una scelta strategica miope.
Al Congresso Provinciale della CGIL, di cui ho parlato in apertura, siamo riusciti, pur essendo in minoranza, a far approvare un ordine del giorno che accetta la consultazione certificata con le modalità proposte dalla FIOM.
Inoltre è stato approvato un altro ordine del giorno- proposto sempre dalla FIOM-in cui il Congresso Provinciale si schiera a fianco del movimento NO TAV in Val di Susa e delle lotte degli abitanti della valle.
Non tutto è perduto in CGIL !!
Benedetto
Segreteria FIOM-CGIL