C’E’ FOTOSINTESI ANCHE IN PERIFERIA
Clorofilla è giunta al suo terzo anno di vita.
Ha cambiato pelle, meglio, ha cambiato fogliame, ma la linfa che le scorre dentro è sempre la stessa.
Nacque tre anni fa, da un’idea dell’artista internazionale Ericailcane che, bellunese di origine, vide nei muri abbandonati della ex caserma Piave il luogo in cui realizzare un sogno: portare tutti gli artisti conosciuti in una vita di muri dipinti, ad esprimersi qui, nella periferia della periferia, da cui pure lui proveniva.
Lo diceva Rimbaud che non si può essere seri a 17 anni, eppure una ragazza non ancora maggiorenne, con tono estremamente serio, l’altro giorno diceva “ho paura di voler troppo bene a Belluno, anche se qui non c’è nulla, perché poi me ne vado e mi mancherà sempre”.
Ha ragione, a Belluno c’è poco. Poco per cui valga la pena investire la propria giovinezza, poco spazio per le idee fresche e nuove, il mondo pare girare a un’altra velocità, e altrove, ed anche i luoghi per divertirsi latitano.
Ecco, Clorofilla era, ed è oggi, al suo terzo anno di vita, una parte della nostra risposta a questo.
Agli stabili abbandonati, abbiamo reagito con un progetto di riqualificazione urbana. Non sta a noi dire che sia bellissimo, ma sta diventando un modello di progettazione urbanistica partecipata seguito da università e centri di ricerca.
Ai muri scrostati, con i disegni di Clorofilla. Perché abbiamo capito che la street art poteva essere un linguaggio parlato anche qui, perché poteva dire molto e poteva far parlare molto, attivando un dibattito sano, se si interroga su come ci abbia visti qualcuno con in mano un pennello.
Criticare la street art, prendere il tempo di fermarsi di fronte a un’opera e dissentire sul fatto che sia bella, rappresentativa, gradevole, significa già averle dato significato: quel muro prima invisibile oggi esiste, emerge dal grigio e fa parlare di sé. Che è cosa ben diversa dallo strumentalizzare a fini elettorali, ergendosi a paladini del bello per una manciata di voti.
Da che pulpito, poi? A chi ha trovato il tempo di attaccare su questo piano, invitiamo a rispondere partecipando alla biciclettata di domenica 18, in cui le associazioni TRA (Treviso Ricerca Arte) e Fiab organizzano (qui l’evento), in collaborazione con Casa dei Beni Comuni, un tour in bicicletta alla scoperta del museo all’aperto cittadino.
Lo avevano già fatto gli studenti questo giro, dalla primaria alle superiori, ma è probabile che gli amici di Treviso (già organizzatori di numerosi eventi artistici a Ca’ dei Ricchi) risultino per tali paladini del bello più credibili.
Tornando a ciò che conta, noi ripartiamo da qui: alle vetrine chiuse e alle strade vuote, nella via più antica e bella della città, via Mezzaterra, rispondiamo riprendendoci la strada.
Clorofilla diventa quest’anno, dal 17 giugno al 2 luglio, anche arti circensi e di strada, oltre che pittura, con una colorata, rumorosa e partecipata parata che, ci auguriamo, risvegli gli animi di molti (per il programma completo, qui).
Saranno tre settimane di festa e riflessione, con musica, stampa live, spettacoli e momenti condivisi. È un onore per noi, che un pezzettino di mondo per qualche tempo si trasferisca qui, vi trovi una splendida cornice, quella delle Dolomiti, e una comunità che malgrado tutto prova ad essere tale.
Vogliamo che la magia si ripeta, come già successo, con eventi e opere che siano patrimonio di tutti.
Puntando ancora più in alto, vorremmo ciascuno fosse libero, a diciassette anni, di andarsene dove gli pare o anche di restare qui, perché c’è qualcosa, e qualcuno, per cui farlo.