BELLUNO E FELTRE, STESSO GOVERNO, STESSO FALLIMENTO.
” recitando un rosario di ambizioni meschine
di millenarie paure, di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla l’orribile varietà
delle proprie superbie la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine”
Fabrizio De André – Smisurata preghiera
Per trovare un briciolo d’ispirazione, abbiamo dovuto scomodare, anche un po’ a sproposito, De André. Non è facile, infatti, commentare l’ennesima figuraccia della maggioranza di centro destra di Belluno (vedi Bellunopress), senza cadere in cose già dette. D’altronde di rotto, oltre il disco, c’è qualcosa d’altro…
Ma per evitare di assuefarsi ad una situazione oramai cronica, è giusto fare alcune considerazioni.
Innanzitutto dobbiamo smetterla di parlare di crisi della maggioranza. Per crisi, infatti, s’intende uno “stato transitorio di particolare difficoltà”, mentre qui siamo di fronte ad una maggioranza che nell’arco del suo intero mandato non è mai riuscita a trovare una quadratura, una coesione, una progettualità comune.
Probabilmente il termine più corretto per descrivere l’operato del governo Prade è “fallimento”. Dal “caso Salmaso”, allo sforamento del patto di stabilità, fino alla questione relativa alla fondazione teatri, solo per citarne alcune, è stato un susseguirsi di errori, anche gravi. E a far da cornice a tutto questo, c’è stato un permanente pessimo spettacolo di “compravendita” di voti, turnover di poltrone, assessori che se ne sono andati, altri che hanno fatto finta, mentre vari consiglieri si susseguivano, si ricollocavano, o spesso non si presentavano proprio, soprattutto se c’era da votare importanti variazioni di bilancio.
Possiamo dire che di “materiale” per scrivere una commedia ce ne sarebbe parecchio. Una commedia tragica per l’esattezza.
Ma anche sul versante feltrino le cose non sono andate molto meglio. Tra Altanon, privatizzazione dei cimiteri e “questione Famila”, Vaccari e la sua maggioranza non hanno passato periodi migliori rispetto ai colleghi del capoluogo. Ed anche in questo caso, lo spettacolo non è stato dei più edificanti, tra pezzi di maggioranza che si perdevano per strada, dimissioni date e poi revocate e un sindaco “latitante” a Roma, con un doppio incarico che avrebbe fatto gridare allo scandalo la Lega di un tempo. Ma si sa, il potere, più che logorare chi non ce l’ha, “corrompe”, si spera solo le idee, chi ne ha.
Insomma, per farla breve, possiamo tranquillamente dire che entrambi le amministrazioni hanno fallito pesantemente. Non c’è però, nulla di cui gioire, perché le conseguenze dei loro errori avranno ripercussioni negative sul medio e lungo periodo.
Inoltre, non siamo così sereni neanche per quanto riguarda il versante opposto. Il centro-sinistra boccheggia tra candidature e primarie. Vorremmo, invece, sentir parlare di programmi e idee per il territorio. Non abbiamo ancora capito, infatti, su quali basi dovremmo votare alle primarie i futuri candidati. Sulla simpatia o sull’affidabilità? Forse sarebbe meglio cominciare a ragionare su delle “primarie di programma”, ovvero spazi pubblici, veri propri laboratori condivisi, ambiti di lavoro partecipati dove costruire programmi politici innovativi, alternativi e soprattutto vincolati per i futuri candidati. Perché idee realizzabili ce ne sono e parecchie.
Basterebbe avere l’umiltà di ascoltare le varie proposte che in questi anni, dal basso, sono emerse dal lavoro, nel lavoro di tante associazioni, comitati e movimenti che hanno operato in questo territorio.
Sabato scorso, queste idee, hanno riempito un corteo di un migliaio di persone. Idee che ci parlano di “sviluppo sostenibile”, di agricoltura biologica, d’indipendenza energetica, di raccolta differenziata spinta, di posti di lavoro, di riconversione ecologica della produzione, di “albergo diffuso”, di bioedilizia, di ciclo-turismo e di molto, molto altro.
E allora, per concludere in pieno spirito natalizio, a queste idee e alle persone che si battono per portarle avanti, ci permettiamo di dedicare una “preghiera smisurata”:
“per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un’anomalia
come una distrazione
come un dovere”
Fabrizio De André – Smisurata preghiera
Redazione Belluno+